Anna Maria: i primi 25 anni della mia #vitadagara

Sono Anna Maria Di Rienzo , classe 1967.

Una volta conseguito il diploma di Ragioniere e Perito Commerciale, mi sono Laureata in Economia e Commercio: mi sono sempre immaginata o come insegnante o come impiegata in contabilità.

Sono vissuta e cresciuta in un piccolo centro dell’Alto Casertano, quasi al confine con la Ciociaria.

Non trovando sbocchi professionali nella mia terra di origine, nel 1996 mi sono trasferita in… Trentino-Alto Adige!

Una volta lì, mentre facevo mille lavoretti (assistente in una colonia, baby-sitter, lavapiatti, cameriera, ecc.), mi sono iscritta ad un corso finanziato dal FSE sulla “Gestione delle risorse umane”.

Poiché il corso prevedeva uno stage finale, della durata di due mesi, ho chiesto agli organizzatori di essere inserita presso un’azienda interessata ad una futura assunzione.

Alla fine del percorso (esattamente nei mesi di settembre/novembre 1996) – finalmente – riesco ad entrare in una piccola azienda di pulizie civili e industriali!

Le mie mansioni erano molteplici, oggi si direbbe “multitasking”!

Ho fatto la receptionist (ricordo ancora che dovevamo spedire i fax con una carta che si arrotolava sempre e che faccio fatica a descrivere…), ero l’addetta alle spedizioni delle buste paga (con indirizzi scritti rigorosamente a mano!), gestivo il centralino e collaboravo con i tecnici all’elaborazione dei preventivi!

Un giorno, il Responsabile Commerciale aziendale si avvicina a me e, rivolgendosi in perfetto dialetto trentino, mi propone di “lavorare nelle gare”. Fino ad allora, non avevo mai sentito parlare di gare in un contesto aziendale!

Per me, le gare, erano i Giochi della Gioventù o le corse di Formula 1!

Tutta la mia fortuna professionale la devo ad una norma: il Decreto Legislativo 17 marzo 1995, n. 157 che introdusse il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Finalmente non si presentavano offerte solo al prezzo più basso. Comparvero i “punti qualità”. Era arrivato, quindi, il momento di mettersi a scrivere progetti!

La mia azienda, all’epoca, faceva riferimento ad una società di consulenza di Vicenza (un progetto di medie dimensioni costava 1.000.000 di lire…). Un giorno, il titolare mi chiese se fossi in grado di scrivere un progetto e io, con la voglia di mettermi in gioco, risposi – con molta franchezza – che non lo avevo mai fatto prima, ma che avrei potuto imparare. Il mio primo stipendio era di circa 900.000 lire.

Erano gli inizi del 1997, non si usava internet come oggi e si poteva solo prendere spunto dai precedenti progetti fatti per altri enti analoghi.

Lì cominciò la mia “avventura”!

Iniziai a compilare documenti amministrativi (molti dei quali dovevano essere portati – ogni volta – in Comune per l’autentica!). Addirittura, le cauzioni e le referenze bancarie dovevano essere ritirate a mano, senza anticiparle via mail o via fax (se c’era un errore i tempi si moltiplicavano!).

Non esisteva il soccorso istruttorio.

Le aziende si facevano la guerra… la caccia all’errore era dietro l’angolo… assistere a una seduta di gara era devastante.

Ad un certo punto, dalla redazione dei documenti amministrativi sono passata all’elaborazione della  progettazione tecnica, collaborando con i tecnici (alcuni di loro non sapevano nemmeno scrivere in italiano!).

Avevo una stampante ad aghi e un pc di 17 pollici (mi chiedo ancora oggi come abbia potuto fare!)

Ne ho chiusi di plichi con la ceralacca…

In quel periodo, poi, aspettavo la mia bambina e odiavo l’odore nauseante della ceralacca.

Dopo sei anni, senza che io cercassi nulla, mi si presentò un’offerta allettante e cambiai azienda.

Sono andata a lavorare in un’azienda medio grande, a 60 km da casa, con una bimba di due anni.

Sono stata assunta come sesto livello con contratto multiservizi e, lì, ho fatta tanta strada, con non pochi sacrifici e non poche rinunce.

Ho fatto carriera, sono diventata Responsabile dell’Ufficio Gare e sono uscita, dopo più di dieci anni, “quadro aziendale”.

Ho realizzato progetti per servizi di pulizia, di portierato, di facchinaggio, di manutenzione del verde, di ristorazione, di lavanolo e di forniture.

Ho formato stagisti che, successivamente, sono stati assunti. Con alcuni di loro ci sentiamo ancora adesso e ne sono orgogliosa. Il mio fiore all’occhiello è stata una giovane stagista laureata in lingua e letteratura albanese. Il mio responsabile era perplesso sulla capacità di insegnare a redigere documenti di gara ad una ragazza “non italiana”. Dopo un paio di settimane “la stagista” era già perfettamente in grado di fare richieste di invito (era il periodo in cui venivano pubblicate tante procedure ristrette!).

Quella stagista è diventata una professionista ancora in forza nell’ufficio legale di quell’azienda e io sono andata via da più di dieci anni. Si occupa di documenti amministrativi di gara e di contratti, nell’Area Legale.

Successivamente, sono arrivate le piattaforme telematiche, prima il MEPA, poi le piattaforme regionali, quelle provinciali, ecc.

Adesso spuntano come i funghi!

Io – nel frattempo – sono cresciuta (non solo come età!); ho cambiato alcune aziende, ho conosciuto il mondo della cooperazione trentina.

Mi sono occupata di progettazione per cooperative sociali con inserimento di soggetti svantaggiati.

Mi sono occupata di Finanza di Progetto (Project Financing).

Mi sono avvicinata anche al mondo della preventivazione e delle “giustificazioni” di offerte anormalmente basse… Quante volte e con quanta fatica mi sono impegnata per dimostrare alle stazioni appaltanti che la nostra offerta era congrua…

Ho conosciuto anche il mondo dei ricorsi, il TAR, il Consiglio di Stato…

Far capire agli avvocati quali sono i punti di forza dell’offerta presentata, quali i punti di debolezza dell’offerta della concorrenza non è stato semplice ma “è  stato sempre avvincente”.

Quando mi chiedono se mi piace il mio lavoro io rispondo “Io sono il mio lavoro”.

Non avrei mai fatto – per tanti anni – un mestiere che non mi appassionasse, sacrificando “tempo” per me stessa e per la mia famiglia.

Ovviamente, il mio percorso non l’ho fatto da sola. Ci ho messo tanta passione, tanta buona volontà e, non nascondo, che ho sofferto anche il “maschilismo” di alcuni colleghi, talvolta.

Nello stesso tempo ho avuto “mentori” che mi hanno insegnato che il mondo delle gare non è poi così male!

Mi sono ritrovata in un mondo che circa 25 anni fa sembrava non appartenermi e invece, ora, fa parte di me.

Quello che mi rende più orgogliosa è aver visto le mille sfaccettature di una gara, la documentazione amministrativa, l’offerta tecnica, l’offerta economica… tutti quegli aspetti, cioè, che rendono completa la mia figura professionale.

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